Pagina curata da: Antinoro Adriana Pia, Di Liberto Gino, Di Franco Salvatore.

Festa di santa croce o sagra del tataratà

La Sagra del Tataratà si svolge a Casteltermini (AG), tradizionalmente la quarta domenica di maggio (anteriormente al 1667 veniva festeggiata il 3 maggio). La Sagra si inserisce nella Festa di Santa Croce.

Origini:

La Sagra del Tataratà è una manifestazione folkloristica siciliana secolare che trova le sue origini nell'esistenza di popolazioni arabe abitanti i casali del territorio, ancor prima del 1629, anno in cui il principe Gian Vincenzo Maria Termini fondò il comune di Casteltermini. La festa nasce dal rinvenimento di una croce di legno, sepolta in aperta campagna. Leggenda vuole che una vacca, ogni giorno si inginocchiasse in un preciso punto della campagna di Chiuddia, i pastori incuriositi scavarono in quel punto e trovarono la Croce. Nello stesso luogo venne eretto un eremo in suo onore, l'Eremo di Santa Croce, dove tutt'oggi è conservata la venerata Croce. Dal ritrovamento della Croce nasce quindi la "Festa di Santa Croce", inizialmente celebrata con una festa campestre ogni giorno 3 del mese di maggio e successivamente al 1667 ogni IV domenica di Maggio. Le varie corporazioni paesane (i cosiddetti Ceti) organizzarono la nuova festa e stabilirono che una di esse, quella delle Maestranze, la sera della vigilia si recasse all'eremo a prelevare la Croce con una processione che, data la distanza dal paese, circa 3 km, doveva svolgersi necessariamente a cavallo, e che l'indomani, a festa conclusa, le altre corporazioni (Celibi, Borgesi e Pecorai) riaccompagnassero la Croce all'Eremo con una sontuosa cavalcata. La chiesetta campestre di Santa Croce conservò così da sempre un oggetto di culto. La croce ha un aspetto suggestivo. È di legno di quercia, alta 3,49 metri ed ha un'apertura di bracci di 2,5 metri. I due trochi sono uniti da tre chiodi di ferro, al disopra della croce si legge la scritta INRI e sul patibolo si legge "Ecce crucem domini nostri Jesu Christi fugite partes adversae vicit leo de tribu juda".

La Croce:

Nel 1984, su iniziativa del castelterminese prof. Francesco Lo Verde, fu prelevato dallo stipite un campione di legno della Croce, per essere esaminato dall'Istituto Internazionale per le Ricerche geofisiche di Pisa, fra i migliori d'Europa. L'esame condotto, ha dato lo strabiliante risultato che la quercia, del cui legno è fatta la Croce, è stata recisa nell'anno 12 d.C. con una incertezza massima di appena 70 anni. Questo esame tuttora, dimostra che la croce di Casteltermini risulta essere la più antica croce lignea paleocristiana al mondo.

 Lo svolgimento:

La festa inizia con il rullo dei tamburi e l'ingresso in paese delle quattro corporazioni o Ceti, che anticamente riunivano i cittadini: la maestranza, i celibi,i borgesi e i pecorai, ogni domenica dopo la Pasqua, sino alla domenica della Festa. Il venerdì della festa, i quattro Ceti: Celibi, Pecorai, Borgesi e Real Maestranza, depongono corone di fiori al monumento dei caduti in piazza Duomo, accompagnati dalle rispettive bande musicali. La sera, nelle case dei rispettivi Cassieri si tiene l'asta che assegna i posti nella cavalcata del Sabato e della Domenica. Il sabato, il sergente, l'alfiere e il capitano (portatori di insegne) aprono la sfilata a cavallo seguiti da altri cavalcanti. La mattina della domenica (giorno della Festa) i quattro Ceti si riuniscono in chiesa Madre per la solenne celebrazione Eucaristica in onore della S.Croce. Al termine della Messa, palianti (Ceto Pecorai-Ceto Borgesi) e stendardiere (Ceto Celibi) si incamminano in processione verso la propria abitazione accompagnati da damigelle in abiti d'epoca. La sera ogni Paliante e Stendardiere a cavallo di un mulo bianco, depone all'altare della Chiesa Madre un mazzo di fiori. Alla Festa partecipava e partecipa tutt'oggi il Tataratà che, in una delle sue interpretazioni più valutate, viene visto come storicizzazione, sotto forma di Moresca, di un primitivo rito propiziatorio di Primavera; di certo si accostò alla Croce nei primi decenni del Cristianesimo ed ad Essa si è accompagnato nei secoli. La festa si conclude con la benedizione dei Palii e Stendardo insieme ai rispettivi Ceti, in piazza Duomo.