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la leggenda di santa croce

La leggenda vuole che, prima della fondazione di Casteltermini, delle vacche che pascolavano nelle terre del feudo Vaccarizzo, si allontanavano dirigendosi verso la campagna di Chiuddia, evento che si ripetè per diversi giorni. Il custode delle stesse, incuriositosi di detto fatto, si accorse che esse, giunte in un punto ben preciso e sempre lo stesso, si inginocchiavano. Sorpreso del fenomeno, cominciò a scavare e con grande meraviglia venne alla luce una Croce lignea. Detto custode legandola alle vacche tentò di rimuoverla, ma con grande meraviglia la Croce non si spostava ne davanti ne indietro. Corse così a raccontare il fenomeno agli abitanti dei feudi vicini che, in festa, andarono nel luogo del ritrovamento. Nello stesso luogo gli anziani decisero così di costruire una chiesetta per custodire il prodigio rinvenuto, l’attuale Eremo di Santa Croce.

 


la leggenda della "vecchia bellonia"

La leggenda racconta  che la suddetta visse nel periodo  tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento.  Apollonia,  il cui nome venne  poi deformato col nome  dialettale “Bellonia”,  era  una donna anziana che svolgeva l’attività di fattucchiera e che era dedita a fare “magarie” (incantesimi).

 La stessa viveva in una grotta posta sotto la rocca della chiesetta di San Vincenzo e, si racconta, con “tanticchia d’ugliu” sulla fronte degli infermi  era in grado di guarire dalle malattie gli ammalati, e con il sangue di “ruscetta” (lucertola) eliminava i purretta (porri) dalle mani dei contadini.  Quando la maga morì, si diffuse  la diceria che bisognava stare lontani dal luogo in cui aveva abitato, non solo per evitare di essere vittime di eventuali diavolerie, ma anche per scongiurare che apparisse il suo fantasma.