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i sicani

Ai nostri giorni, la popolazione dei Sicani, ci pare misteriosa perché non possediamo alcuna testimonianza storica, ma soltanto varie risposte da diversi antichi storici. Sostiene ad esempio Tucidide che arrivarono nella terra di Trinakria, cacciati dai Liguri, e ne cambiarono il nome con Sikania. Poiché gli uomini che hanno vissuto in questa isola appartengono al periodo paleolitico, mesolitico e neolitico il cambio di questo nome rappresenterebbe l’arrivo di nuove etnie. Altre testimonianze giunte a noi dicono che i Sicani occuparono l’isola fin dagli inizi, ma che poi furono costretti a spostarsi con l’arrivo dei Siculi; si ha così un incremento della popolazione dovuta, secondo ricerche, ai Sicani. Con l’incremento della popolazione abbiamo anche la nascita di svariate culture che si differenziano tra loro in base al luogo in cui sono nate. Altri storici invece parlano di una provenienza dalla penisola iberica. Ricerche recenti pongono in luce una nuova ipotesi alquanto affascinante, sono stati soprattutto studiati i reperti archeologici, e si pensa che non possono essere pervenuti dall’Iberia o dalla penisola italica, si ipotizza invece che giungono qui dal Mediterraneo orientale. Possiamo quindi supporre che tra i popoli del Mediterraneo orientale, forse i cretesi, ed i Sicani vi fu uno stretto legame. Riferendoci ai Monti Sicani e in particolare al Katras, rinveniamo tracce utili a questa identificazione e cioè, quattro necropoli a grotticella artificiale, abbondanza d’acqua, fertilità del suolo, un forte sistema difensivo, una rupe inaccessibile con una visibilità a 360°, una breve distanza dal Canale di Sicilia, una straordinaria stazione idro-termo-vaporosa. Inoltre è possibile individuare un filum che li collega ai Cretesi attraverso le ceramiche rinvenute, i reperti archeologici, la religione praticata e un nuovo metodo di ricerca di carattere biologico ed antropologico. Potremmo vedere nei Sicani un popolo cretese che sbarcato in Sicilia sul finire del III millennio diede vita a nuove forme di cultura, potremmo ipotizzare che gli eventi sismici del XVII e del XV sec. a.C. abbiano spinto altri emigrati a fare gli stessi percorsi tracciati dai loro antenati, tramandando così in Sicilia la cultura delle tombe rupestri a grotticella artificiale ed infine in virtù della radice comune sic potremmo scorgere nei Sicani e nei Siculi i nomi di un unico popolo che si stanziò in Sicilia in due epoche diverse.

Un legame sicuramente forte tra i sicani e i cretesi lo possiamo certamente trovare nel famosissimo mito di Dedalo. - Della stirpe regale ateniese di Cecrope o Metionidi, figlio di Metione, pronipote di Eretteo o Erittonio, Dedalo è un geniale artefice in ogni settore artigianale. Inventa molti nuovi strumenti di lavoro: sega, trapano, accetta, filo a piombo, succhiello, colla... Geloso di suo nipote Talo, che immaginava di poter realizzare il tornio, il compasso, una sega metallica o che forse pensava di rivelare ad altri i segreti di Dedalo, lo uccide gettandolo dall'Acropoli. Costretto all'esilio o forse fuggiasco, ripara a Creta presso Minosse, fabbricando statue che muovevano da sole occhi, braccia e gambe e progetta un luogo per la danza, destinato ad Arianna, figlia di Minosse. Per la moglie di Minosse, invece, costruisce una struttura a forma di vacca di legno ricoperta di cuoio che permetteva alla regina, nascosta all'interno, di unirsi a un toro, quello che il dio Poseidone aveva donato a Minosse, perché lo sacrificasse, e che lui invece aveva sostituito con un altro di minor valore, suscitando così le ire del dio, che indusse la regina ad innamorarsi del toro. Dall'unione sessuale nascerà il Minotauro: un mostro che sul corpo umano aveva una testa di toro. Minosse, per nascondere il Minotauro, chiede a Dedalo di costruire il Labirinto (a Cnosso), dove, essendo chiuso da un bosco, con molti andirivieni, era impossibile uscirne una volta entrati. Accade poi che Androgeo, uno dei figli di Minosse, viene ucciso dagli Ateniesi: il padre li combatte e, approfittando dell'occasione, li costringe al tributo di sette giovani e di altrettante giovinette da inviare, ogni nove anni a Creta per essere divorati dal Minotauro. Atene però, al terzo tributo, manda Teseo per uccidere il Minotauro. E' proprio Dedalo che per compiacere Arianna che amava l'eroe, dà a questa il gomitolo che doveva servire per far ritrovare a Teseo la strada del ritorno, dopo aver ucciso il Minotauro. Ma Minosse viene a sapere tutto e, non potendo punire la figlia ch'era fuggita con Teseo, rinchiude lo stesso Dedalo col figlio Icaro nel labirinto. Dedalo però trova un altro modo per uscirvi: riesce a preparare grandi ali di penne, tenute insieme con la cera, e ad applicarle sulle sue scapole e su quelle di Icaro, col quale spiccano il volo. Dedalo aveva raccomandato a Icaro di volare ad altezza media, ma quello vola troppo in alto, sicché il sole scioglie la cera delle ali, e Icaro, sotto gli occhi del padre, precipita nel mare Tirreno e affoga. Dedalo, invece, proseguendo nel suo volo, raggiunge la Sicilia, e precisamente nella città di Inico mettendosi al servizio del suo re Cocalo, il quale gli aveva concesso un’ospitalità degna di un personaggio famoso, di un genio. Dedalo allora costruisce per il re Cocalo una diga, edifica su una roccia a picco le fondamenta di un tempio ad Afrodite, installa uno stabilimento termale ed inoltre una cittadella fortificata assolutamente inespugnabile, raggiungibile solo tramite un irto sentiero e difendibile da pochi soldati. La cittadella fortificata serviva per proteggere i tesori del re e si chiamava Camico, (la sua posizione è proprio all’interno del territorio dei monti sicani e probabilmente sulla rocca di Sant’Angelo Muxaro). Ma Minosse cerca Dedalo perché lo vuole morto e propone una ricompensa a chi sarà in grado di far passare un filo attraverso il guscio di una chiocciola. Il re Cocalo sottopone Dedalo alla prova. Questi attacca il filo a una formica che introduce nel guscio attraverso un buco praticato alla sommità. Quando la formica esce il problema è risolto. Minosse scopre così la presenza di Dedalo in sicania e parte con una spedizione per ucciderlo. Arrivato in Sicania chiede che gli venga consegnato, ma il re Cocalo fingendo di volergli consegnare Dedalo invita Minosse con l’inganno alla sua corte a Kamiko per rendergli omaggio. Qui con l’aiuto delle sue figlie, riesce ad far uccidere Minosse nell'acqua bollente mentre sta facendo il bagno. I soldati cretesi caduti nell’inganno e credendo alle parole di Cocalo che riferiva di un incidente occorso a Minosse, seppellirono il loro re in una magnifica tomba sulla quale eressero un tempio dedicato a Venere (ad oggi si pensa che detto tempio con la sottostante tomba si trovi sempre nel territorio dei monti sicani e precisamente nelle vicinanze della cittadina di Lercara Friddi). Tra i cretesi nacquero delle discordie su come comportarsi, i sicani ne approfittarono e bruciarono tutte le loro navi, i cretesi a quel punto, non potendo più tornare indietro si stabilirono nella città di Macara, sulla costa, sostituendo il nome della città in Minoa in onore del loro re.

 

La leggenda dunque si mischia alla storia così come raccontata dai vari storici antichi, soprattutto Erodoto e Diodoro Siculo, che non sembrano minimamente dubitare delle loro affermazioni.